FotoHistory - Francesca Woodman


Ho dei parametri e la mia vita a questo punto è paragonabile ai sedimenti di una vecchia tazza da caffè e vorrei piuttosto morire giovane, preservando ciò che è stato fatto, anziché cancellare confusamente tutte queste cose delicate.



Quale frase più azzeccata potrebbe esserci se non la citazione della stessa fotografa "trascendente" chiamata dai più  "La Regina dell'Autoritratto"per introdurla?Potremmo inquadrarla in quella scena di artisti, scrittori, poeti e musicisti belli e dannati che hanno in qualche modo alimentato le proprie doti ed il mito di sè attraverso la scelta della morte.Francesca Woodman è una molto precoce fotografa statunitense che inizia a sviluppare da sola i propri scatti a 13 anni; figlia d'arte è un ponte tra la cultura italiana e quella americana.

Vorrei che le parole avessero con le mie immagini lo stesso rapporto che le fotografie hanno con il testo in Nadja di André Breton. Egli coglie tutte le illusioni e i dettagli enigmatici di alcune istantanee abbastanza ordinarie ed elabora delle storie. Io vorrei che le mie fotografie potessero ricondensare l’esperienza in piccole immagini complete nelle quali tutto il mistero della paura o comunque ciò che rimane latente agli occhi dello spettatore uscisse, come se derivasse dalla sua propria esperienza”.




Cerca di immortalare la metaformosi, il movimento nelle sue fotografie delle quali è lei stessa frequentemente il soggetto, ma non il messaggio! Ciò che vuole comunicare è qualcosa in divenire ed è proprio per questo motivo che ritrae delle azioni non statiche creando grazie all'effetto mosso la vera dinamicità dell'atto. Per fare questo utilizza l'autoscatto, la lunga esposizione e anche la sovrapposizione di più scatti anche per poter partecipare allo scatto dato che spessimo ne era lei stessa il soggetto.


Mi interessa il modo in cui le persone si relazionano con lo spazio. Ho iniziato con delle immagini fantasma, persone che si dissolvono su un piano, (…) persone in divenire o che emergono dall’ambiente





Una triste principessa dell'arte contemporanea che risalta per la schiettezza, il realismo, la provocazione l'assenza di mediazioni dei suoi scatti sempre volti al superamento di un limite di tempo, spazio o immagine rispondendo così all'annoso duplice desiderio insito nella fotografia : fermare il tempo ed immortalare uno scorrimento dello stesso.
Ogni scatto della Woodman è un trasferire una qualcosa di sè, un investire e donare tramite la composizione, la scelta dei colori, la scelta dei tempi e quant'altro una parte de proprio io e delle proprie emozioni in un messaggio.
La scelta quasi eterea ed effimera delle immagini della giovanissima fotografa, oltre al suo giocare continuamente con assenza ed essenza, bianco e nero, realtà ed illusione le conferisce una "dolce tristezza amara."




A 19 anni la Woodman si trova a Roma per un soggiorno di studio trovandosi in un culla dell'arte e dell'anima rivoluzionaria della città vivendo a San Lorenzo, storico quartiere di studenti ed artisti.Proprio in questo periodo lavora e realizza "Calendar Fish" - un diario fotografico in cui compaiono anguille e pesci - e Self Deceit che compare negli appunti della giovane :

"L’idea per Space [una serie realizzata nel 1975-76 a Rhode Island] era molto più solidificata due o tre anni fa. Avevo l’idea di illustrare fisicamente metafore letterarie (the white lie) e di fare metafore fisiche per idee morali (la reputazione). E tuttavia, lavorando lentamente ad altri progetti, ho smarrito la particolarità di questa idea e sono venuta fuori con un gruppo di immagini che non illustravano nessun concetto specifico ma sono la storia di qualcuno che esplora un’idea […] seguiamo la figura che cerca di risolvere l’idea come se fosse un problema matematico e di inserirsi dentro l’equazione. Un paio di mesi dopo […] sono ritornata alla teoria originale per illustrare Self-deceit […] la cosa che mi interessava di più era la sensazione che la figura, più che nascondersi da se stessa, fosse assorbita dall’atmosfera, fitta e umida".

Una mattina la giovane Francesca entra nella libreria Maldoror di Giuseppe Casetti dicendogli :"Io sono una fotografa";questo accade durante il suo soggiorno presso il nostro paese ed a distanza di parecchi anni lo stesso Casetti allestirà una mostra a Roma apportando un importante aiuto di revisione alle opere della Woodman. Dopo l'esperienza romana la giovane torna negli Stati Uniti  trasferendosi a New York, pochi giorni dopo l'uscita del suo primo ed unico libro "Disordered Interior Geometries" si lancia dal tetto del palazzo in cui abita suicidandosi all'età di 22 anni.




Ciò che colpisce dell'arte di questa fotografa è la capacità di mimetizzare e confondere il corpo nell'ambiente circostante - tra porte e carta da parati - il quale come lei stessa dice "lo assorbe".



Che dire di questa irriverente e geniale artista?Chissà a quante opere meravigliose avrebbe potuto dare vita ancora? Vale sicuramente la pena curiosare ed approfondire la sua arte!Fateci sapere cosa ne pensate!!

E buona luce a tutti!



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