FotoHistory - Mario Giacomelli

"Ho cominciato a vedere le macchie sul muro, i fili di ferro. Sono meravigliosi. Tutto è bello".


Autorevolissimo nome della nostra Italia di cui andare enormemente fieri, Mario Giacomelli nativo di Senigallia entra nel mondo internazionale della fotografia praticandola “nei ritagli di tempo”.Proprio cosi! Il nostro artista marchigiano infatti svolge per tutta la vita il suo amato lavoro da tipografo nella “Tipografia Marchigiana” sita nella piazza centrale di Senigallia e le sue fotografie girano i musei più importanti del il mondo:  da Parigi a New York, da Londra ad Amsterdam ,da Mosca a Tolosa e tantissime altre. A Roma purtroppo la mostra giunge postuma.

Prima di ogni scatto c’è uno scambio silenzioso tra oggetto e anima, c’è un accordo perché la realtà non esca come da una fotocopiatrice, ma venga bloccata in un tempo senza tempo per sviluppare all’infinito la poesia dello sguardo che è per me forma e segno dell’inconscio”.

Le sue opere si dividono in serie perché come lui stesso dice :" Per me non è importante la foto singola ma la serie, il racconto...Quasi sempre mi capita di vedere le foto prima di farle". Ogni raccolta è un messaggio diretto ed ermetico  che grida a gran voce delle storie, delle emozioni e dei sentimenti.

PRIME OPERE
Già 28enne acquista la sua prima macchina fotografica per 800 lire , una Comet Bencini che lo accompagnerà per tutta la vita tenuta insieme da pezzi di scotch , e scatta in spiaggia la sua prima fotografia  ,“L’approdo”, immortalando il movimento delle onde del mare . In questa prima fase troviamo le prime opere che si concentrano su nudi e nature morte.






VERRA’ LA MORTE ED AVRA’ I TUOI OCCHI
Troviamo una serie di immagini scattate nella clinica in cui lavorava sua madre. Lo stesso artista afferma che le fotografie che gli hanno provocato le emozioni più forti sono quelle che ha scattato nell’ ospizio presso il quale lavorava sua madre  frequentato per tre anni (non consecutivi) con lo scopo di capire, sentire, osservare …fino a diventare uno di loro per poi poter “raccontare”. Lo stesso Mario afferma che gli ospiti del posto smisero di notare la macchinetta, smisero di sentirla addosso.
… le cose più importanti sono quelle che non sono riuscito a fotografare, quelle che però mi hanno dato di più. Per esempio c'è l'orario di ingresso, ed in tre anni una vecchietta quando entravano i parenti aspettava il figlio, e guardava ognuno che entrava per vedere se era lui e giustificava sempre il figlio dicendo: poverino, magari chissà quanto ha da lavorare; però in tre anni nessuno è mai andato a farle visita, e questo non potevo fotografarlo”.






SCANNO
Paese che aveva affascinato già H.C.Bresson sottolinea i tratti distintivi dell’arte di Giacomelli come i i neri in evidenza e gli sfondi chiarissimi con qualche grigio ad equilibrare l’immagine. Famosissima e scelta dal direttore del dipartimento fotografia del Moma di New York come una delle 100 fotografie più significative del secolo troviamo una fotografia che ritrae delle donne scure mosse che sembrano ruotare su se stesse ed un bambino fermo ed a fuoco che sembra venire verso l’osservatore.
Ho cercato di fermare alcune di quelle immagini, per dare anche agli altri l'emozione che ho provato di fronte a un mondo ancora intatto e spontaneo. Ho fatto tutte queste foto con una velocità bassa, perché le immagini venissero un po' mosse, per rendere magico questo mondo”.


Troviamo poi una serie di lavori itineranti per il paese e fuori da esso  quali “ Loudres – Zingari – Puglia – Loreto – La buona terra ” ; “Mattatoio” esperienza da cui fugge per il dolore che vede e sente ; e poi alcune raccolte incentrate su paesaggi e natura e altre molto introspettive “Presa di coscienza sulla natura – il teatro della neve – Il mare dei miei ricordi – Questo ricordo lo vorrei raccontare – Ninna nanna”.
Da sempre appassionato di poesia Mario Giacomelli lavora su ispirazione di numerosi testi importanti :” A Silvia e L’Infinito del celebre Leopardi – Caroline Branson ispirato da Spoon Rivers di Lee Masters – Felicità raggiunta, si cammina di E.Montale  - Passato di V.Cardarelli  -  Io sono nessuno di E.Dickinson – Bando di S.Corazzini “.

IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VOLTO
Da questa raccolta derivano le immagini più famose e distintive dell’artista. Titolo ispirato ad una poesia di padre David Maria Turoldo affettuosamente chiamata “la serie dei pretini”. Le immagini raccontano i momenti di ricreazione del Seminario Vescovile di Senigallia nel modo più semplice e spontaneo che possa esserci. Tonache nerissime su sfondi bianchissimi vanno così a creare un effetto davvero inconfondibile. Ancora più bianchi sono gli sfondi famosi innevati inaspettatamente e i pretini che si divertono come bambini giocando a palle di neve. Momenti quasi sempre in movimento accentuato da tempi di scatto che lo sottolineano. Purtroppo dopo aver a lungo condiviso le giornate dei seminaristi per capire al meglio cosa fosse giusto immortalare, qualcosa è andato storto…

"Per un concorso fotografico sui sigari ho mandato una serie sui preti che fumano in un terrazzo all'aperto pieno di fumo, ed erano sigari che ai preti avevo dato io. Il Rettore mi trovò e mi mandò via. Ho vinto un concorso importante ma nel seminario non sono più entrato".





Curiosità: la tipografia marchigiana ha chiuso le sue serrande nel dicembre del 1999.
“A volte ho addirittura usato un negativo scaduto, uno strumento già morto ottenendo un effetto di neri che diventano tutt'uno con le zone intorno.
Il grande amore per la poesia si nota anche dai titoli ricercati ed ermetici delle sue serie fotografiche. Soprannominato IL POETA DELLE IMMAGINI è un uomo davvero umile e modesto tanto da dire a chi lo chiama MAESTRO  :
Io sono come te, ogni volta che prendo la macchina fotografica è come se fosse la prima volta

Sito ufficiale : http://www.mariogiacomelli.it/index.html

Buona luce a tutti! 

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